“Nel 1981 facevo un sacco di disegni in metropolitana e ogni volta c’era qualcuno che mi chiedeva perchè lo facevo o se venivo pagato per farlo, oppure domandava se si trattasse di una pubblicità. Be’, sentii che avrei dovuto dare loro una spiegazione ma forse non era una buona idea. Poi ebbi una folgorazione: perchè non regalare loro una spilletta? Non avrei detto nulla, gli avrei solo dato la spilletta. Ne commissionai a una ditta mille con il bambino nero su fondo bianco; poi altre con il cane che abbaia su fondo rosso. Ogni volta che scendevo nella metropolitana me ne portavo dietro a manciate e le distribuivo. La gente iniziò ad indossarle e avere una mia spilletta cominciò a essere considerato una cosa figa. Poi, le persone che la indossavano iniziarono anche a parlarsi. Capii all’improvviso quale potesse essere il potere di una spilletta!” – Keith Haring, 1981
Keith Haring è appena un ragazzo quando negli anni ’80 si trasferisce a New York per studiare alla School of Visual Arts. E’ in quegli anni che, affascinato dalla calligrafia e dalla potenza espressiva così spontanea dei graffiti visti in metropolitana, ha l’idea di utilizzare gli spazi pubblicitari vuoti della subway newyorkese come “lavagna” per i suoi disegni. Compra del gesso e corre a disegnare sulle banchine dei treni di tutte le stazioni. Il suo è un disegno automatico e rapido, una piccola performance che si svolge sotto gli occhi di tutti in un battito di ciglia. Ti volti un attimo e Keith Haring non c’è più.
In cinque anni i disegni della metropolitana diventano per Keith un rito quotidiano, ripetitivo, quasi ossessivo. In un’intervista del 1990 su Arts Magazine Haring spiega: “era una linea continua, una linea molto forte graficamente, e soggetta a un limite temporale. Dovevo lavorare più velocemente possibile. Senza poter correggere niente. In realtà non potevo permettermi di sbagliare. Dovevo stare attento a non farmi prendere”.
I suoi disegni sono ovunque ed estremamente riconoscibili, saltando da un treno all’altro il suo vocabolario visivo matura e si evolve, dando vita all’immaginario di personaggi e tratti che l’hanno reso celebre in tutto il mondo. Le figure dovevano essere sempre più semplificate per essere completate nel minor tempo possibile così da evitare di essere individuato dalla polizia locale e arrestato.
E’ qui, sotto terra, che nascono il simbolo del cane e del bambino “raggiante”. Simili a cartoons queste figure sono immediate e di impatto, e portano con loro varie stratificazioni di significato.
Queste opere sono diventate così iconiche perché simbolo sia di una fase importantissima e determinante nella carriera dell’artista, sia perché simbolo di un passaggio rivoluzionario per la Street Art in generale, che ispirerà con i principi di performance, rapidità, gesto, libertà e riconoscibilità generazioni e generazioni di artisti.