Ciao Street Art Lovers! Eccoci con un nuovo articolo di approfondimento sul vasto e affascinante mondo della street art.
Buona lettura!
Vogliamo iniziare col raccontarvi di un evento interessante accaduto poco tempo fa: un’opera di street art è entrata a far parte della collezione degli Uffizi di Firenze. Si tratta di un autoritratto a tecnica mista dello street artist inglese Endless. Nell’opera, tratta da una fotografia, è possibile vedere l’artista insieme a Gilbert & George, “sculture viventi”.
L’evento è senza dubbio singolare, e il direttore del prestigiosissimo museo Eike Schmidt avrebbe commentato:
“Osservando, nelle collezioni storiche degli Uffizi, come i granduchi Medici fossero avidi di accaparrarsi le ultime novità, anche le più ardite prodotte sulla scena artistica, oggi sarebbero felici di vedere l’opera di Endless entrare nelle proprie raccolte”.
La street art infatti è figlia del suo tempo. Se in epoca rinascimentale nasceva la prospettiva e si delineava una tecnica pittorica quanto più simile alla natura, oggi l’arte urbana è figlia di una generazione e di una società che ha vissuto esperienze ben precise.
Vediamo un po’ il grande dibattito che si è aperto sulla scena artistica contemporanea e che riguarda proprio l’arte urbana: è giusto sottrarre opere d’arte al contesto in cui sono nate, la strada, per inserirle all’interno dei musei?
Molti sono convinti che tra gli aspetti caratterizzanti della street art vi sia proprio la sua caducità: le opere non sono destinate a durare, soprattutto per volere degli stessi autori, che spesso documentano le opere proprio perché sanno che il tempo potrà cancellarle.
Inoltre le opere di street art spesso vogliono denunciare a gran voce un problema sociale o politico e utilizzano il teatro della strada per amplificare il messaggio.
La street art è percepita come un’occasione di riflessione e ha ricevuto riconoscimenti per la sua importanza culturale, proprio perché va a insediarsi nel mondo “reale”, “vero” e non in quello impalpabile, sacro e fuori dal tempo del museo, nel quale perde il suo potere.
La street art però è stata ufficialmente riconosciuta e legittimata dalla storia dell’arte, dunque perché non cercare di preservarla? Secondo molti infatti si deve cercare sempre e comunque di conservare le opere d’arte, testimonianza importante di un tempo e di una società, come lascito alle future generazioni.
Dentro e Fuori
Sono molti gli street artists, come l’artista JonOne, che si trovano a proprio agio all’interno di spazi culturali e istituzionali, anche perché anche se uno street artist realizza opere in strada non esclude il fatto che possa realizzare altro tipo di opere che possono essere collocate in musei.
“Sto cercando di preservare quello che faccio per le future generazioni, in modo che possano guardare indietro da un punto di vista storico e possano capire ciò che stavamo facendo in questo particolare momento nel mondo”.
Ma se invece i musei e le istituzioni si proponessero per promuovere e sostenere l’arte per la strada, creando un grande musei diffuso a cielo aperto? In questo modo potrebbero occuparsi del restauro e della conservazione delle opere nel loro contesto originale.
Insomma, non esistono risposte giuste, è un dibattito che rimane molto complesso e dà ragione a tutte le voci che vi si sono finora inserite. E voi cosa ne pensate?
A presto con un nuovo approfondimento 😉