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Shepard Fairey – Il gigante buono

Obey, obbedisci! Vi sarà già capitato di vedere questa scritta su magliette, poster o cappellini. Vi siete mai chiesti che cosa significa davvero? Perché così tante persone nel mondo dovrebbero desiderare un cappellino con sopra la scritta “obbedisci”?

Forse perché c’è dietro la mente di uno dei più grandi street artists dei nostri tempi: in arte Obey Giant, all’anagrafe Shepard Fairey

Shepard Fairey proviene dal Sud Carolina, da giovane frequenta il giro degli skaters, ascolta tanta musica punk e frequenta la prestigiosa Rhode Island School of Design. Durante il college lavora presso un negozio di articoli e t-shirt per appassionati della tavola su ruote. Disegna le grafiche delle magliette delle band che ascolta e sperimenta con le tecniche di stampa. E’ in questo piccolo laboratorio che un amico gli chiede di insegnargli la tecnica dello stencil. “E’ semplice”, spiega Fairey brandendo un foglio di giornale, “prendi lui”. Sul quotidiano del giorno campeggiava casualmente un ritratto di Andrè The Giant, noto wrestler dell’epoca. Di quel volto fa prima uno stencil, e poi uno sticker per il suo amico. Funziona. Comincia a produrne in serie, ad appiccicarli in giro e a distribuirli. C’è dell’interesse. In poco tempo lo sticker col volto del gigante è ovunque, diventa un simbolo, qualcosa di ricercato, segreto.

Nessuno ne conosce il vero significato, qualcuno fa congetture per capire il messaggio dietro a quel volto onnipresente. La realtà è che non c’è nessun messaggio. “Il medium è il messaggio” (M. Mc Luhan): la sola presenza dello sticker nello spazio pubblico rappresentava un atto di ribellione, una presa di posizione politica.


Shepard capisce così che il suo Andrè The Giant, nato casualmente in un laboratorio di t-shirt, aveva un potere molto più grande di ogni previsione: mettere tutto in discussione.
La speranza di Shepard è che lo spettatore, interrogandosi riguardo al vero significato dello sticker, applichi lo stesso spirito critico ad ogni contenuto visivo che gli viene sottoposto, smettendo di accettare passivamente tutto ciò che vede senza farsi domande, ma reagendo attivamente. La scritta OBEY che campeggia sotto il volto del gigante è un trucco di psicologia inversa: non obbedire, fatti domande, ribellati al sistema. Questo è il manifesto di Shepard, questo è il manifesto di Obey. 

Diventato un fenomeno negli Stati Uniti grazie agli sticker che avevano invaso le città di mezza America, con la sua arte Shepard Fairey guadagna finalmente l’attenzione internazionale quando nel 2008 realizza spontaneamente un poster a favore della campagna presidenziale dell’allora candidato Obama: Hope. Il poster di Shepard Fairey è così iconico e popolare da diventare virale

Da Obama in poi, la strada per Shepard è in discesa. 

La sua produzione artistica unisce la grafica, l’illustrazione, la fotografia, il collage e la sovrapposizione di molteplici media.