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2501- La meccanica del processo

“Ponendo al centro del mio lavoro il tempo e il processo, la conservazione delle opere non è una mia priorità, al contrario penso sia interessante capire come un segno possa modificarsi nel tempo e come, grazie ad agenti esterni, possa acquisire nuovi significati.” – 2501

Oggi vi vogliamo parlare di un artista molto particolare… Si identifica con un numero, 2501, che è anche la data del suo compleanno e data di fondazione di una certa città…

Jacopo Ceccarelli (Milano, 1981), in arte 2501, è un artista la cui produzione artistica spazia attraverso una grande varietà di media, come pittura, ceramica, fotografia, installazioni e video

Da ragazzo frequenta l’ambiente dei graffiti di Milano, dipingendo sui treni e firmandosi come Never.

Jacopo si forma nell’ambiente del cinema, studiando Montaggio video a Milano e Comunicazione Visiva alla Nuova Università Bahaus di Weimar, in Germania: il suo approccio alla realtà non ha nulla di convenzionale, ma riesce a riconoscerne la complessità, aprendosi alla sperimentazione e proponendo differenti chiavi di lettura.

All’età di vent’anni decide di trasferirsi a San Paolo, in Brasile, per lavorare per una rivista ma finisce per insegnare pittura ai ragazzini delle favelas. Insieme a loro inizia un progetto di arte pubblica e questo segna una svolta decisiva all’interno del suo percorso artistico. Gli anni brasiliani infatti influiscono profondamente su chi diverrà 2501: vede da vicino il modo di lavorare di importanti street artists sudamericani, come Os Gemeos, Loomit, Herbert Baglione e Speto, che somigliano molto a un certo tipo di arte pittorica, piuttosto che al writing. Richiamano gli interventi sociali dell’arte messicana degli anni ’20, un nuovo modo di fare arte, che poi diverrà la celebre corrente di abstract graffiti di San Paolo.

É proprio la città di San Paolo, casa sua per quasi cinque anni, a colpirlo al cuore con i suoi ritmi e architetture, con le sue contraddizioni e libertà.

Never2501: arte

I soggetti di 2501 richiamano il tempo, l’artista dà una grande importanza all’atto di dipingere in sé e molti dei suoi lavori outdoor partono da questa riflessione. Un’opera come Dinamic Influences, che racconta l’interazione tra ombre che cadono sulle architetture e tratti grafici, è stata realizzata a partire da uno studio ben preciso: ha osservato la parete per un ciclo solare, analizzando i movimenti delle ombre per poi da lì creare l’opera. Jacopo infatti lavora spesso senza alcun bozzetto preparatorio, poiché preferisce mantenersi neutrale fino al momento dell’esecuzione dell’opera. 

Altro tema fondamentale del lavoro di 2501 è il rapporto di antitesi (ma anche di simbiosi) tra negativo e positivo e di come i due elementi si intervallino continuamente nelle sue opere.

Sperimentando con linee, colori, bianco e nero, china, vernice spray e composizioni libere, 2501 realizza opere in bilico tra il sogno e la realtà e i suoi murales popolano oggi i quartieri di tutto il mondo, come Los Angeles, Roma, Detroit, Ulan Bator, Kiev e New York. Jacopo infatti oggi viaggia in tutto il mondo ed è uno degli artisti più rispettati e ricercati nell’ambiente. Ha inoltre partecipato a festival molto importanti, come O.BRA, Living Walls, ALTrove, Art United Us, Artmossphere Biennale, Walk&Talk, Wabash Arts Corridor, Outdoor, Mural, Traffic Design, Painted the Desert Project.

Never2501: Nomadic Experiment

Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo Nomadic Experiment, una sorta di mappa mentale del suo lavoro, in cui raccoglie, attraverso un video in progress, il suo personale archivio artistico e la serie “La Macchina”. “La Macchina” è un progetto partecipativo pensato da 2501 che è divenuto parte di una mostra personale al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, nel 2016. Il cuore della mostra è stato lo sviluppo del mezzo pittorico attraverso il rapporto tra uomo e macchina. Il pubblico interagisce con differenti dispositivi progettati dall’artista, composti da rulli che ruotano meccanicamente su nastri di carta. Muovendosi avanti e indietro in un loop tra il pubblico e la superficie, il tracciato continua a cambiare, creando così opere inedite e inaspettate. L’idea di base è quella di confondere pubblico e artista, dando così modo al pubblico di divenire creatore dell’opera stessa. 

Se volete approfondire la vostra conoscenza di questo bravissimo artista, continuate a seguirci e a rimanere aggiornati! 🙂