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Oggi vogliamo parlarvi di cosa sta accadendo nel mondo dell’arte digitale. Cercheremo di spiegarvi il più chiaramente possibile cosa succede nel web, o meglio, nel cripto-mondo. Durante la pandemia ha preso piede un nuovo asset digitale, in cui investitori e speculatori hanno cominciato a investire, vedendolo come il nuovo e principale modo per acquistare arte.

NFT e Blockchain

Nell’ottobre 2020 è stato comprato un video di dieci secondi, realizzato dall’artista digitale Beeple, alla somma di quasi 67mila dollari. Dopo aver goduto della proprietà della “versione originale” di un oggetto che esiste solo in rete e che tutti possono vedere gratuitamente, Pablo Rodriguez-Fraile ha rivenduto il video per 6,6 milioni di dollari, a distanza di cinque mesi. 

Come questo video, sono stati venduti a cifre esorbitanti anche un meme, il video di una schiacciata di Lebron James e altri oggetti digitali ora diventati collezionabili. Tutte queste cose hanno in comune di essere degli NFT, ossia dei Non Fungible Tokens, in pratica dei “gettoni digitali” non fungibili a cui vengono associati dei file e che sono poi venduti tramite una blockchain. Il fatto che non siano fungibili vuol dire che rappresentano qualcosa di unico e perciò non sono intercambiabili tra di loro. Questa unicità fa sì che non sono riconosciuti come un tipo di criptovaluta come lo sono i bitcoin o altri token, tangibili per loro natura perché scambiabili tra di loro senza perdita di valore.

Le blockchain, letteralmente “catene di blocchi”, sono dei registri digitali le cui voci sono raggruppate in blocchi. Queste piattaforme fungono da “libro mastro” in cui vengono registrate tutte le transazioni e operazioni di vario tipo. È come un grande foglio excel distribuito globalmente il cui contenuto non può essere né modificato né cancellato, se non con il consenso della maggioranza della rete. In questo modo è garantita la coerenza dei dati e l’autenticità di ogni transazione. Le blockchain permettono anche di assicurare che un’opera sia originale grazie alla firma che l’artista lascia realizzandola. 

A che cosa servono gli NFT ? 

I primi NFT sono nati nella blockchain Ethereum alimentata dalla criptovaluta ETH, perciò sono stati scambiati inizialmente con quelli, ma si possono comprare NFT con soldi veri o scambiarli con qualsiasi altra cosa. Gli acquirenti diventano proprietari del file dell’opera, posseggono dunque un bene immateriale, ma questo “gettone digitale” che vive nella blockchain Ethereum, serve a dimostrare che il possessore del token è anche quello dell’opera digitale associata, e che quell’opera è quella originale. 

Chiaramente quello della criptoarte è un mondo volubile, in continua evoluzione e imprevedibile: nessuno sa quali pieghe potrebbe prendere nel corso della sua espansione.