Nel Novembre 2009 l’artista americano Alexander Hamilton Auriema ha proposto di ricostruire un muro in Piazza San Lorenzo in Lucina per il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino. Con l’aiuto di gruppi di immigrati provenienti dall’Africa centrale e dall’Asia occidentale, il muro rappresentava una testimonianza delle tensioni ancora elevate che circondavano la migrazione, i confini e le differenze locali che erano state superate nella caduta del muro di Berlino nel 1989, 20 anni prima.
Le scatole di cartone utilizzate per creare il muro erano relative ai senzatetto e ai venditori ambulanti. Come afferma l’artista, “il cartone è diventato un catalizzatore per il mio dialogo con le comunità emarginate. Ho iniziato a costruire un vasto muro costituito interamente in cartone impilato orizzontalmente, che è stato recuperato dalla spazzatura. Nel corso di tre mesi ho coinvolto comunità di migranti e senzatetto per aiutare nella costruzione di questo muro chiedendo loro di aiutarmi a tagliare e assemblare i suoi pezzi. Il processo di costruzione di un muro psichico mentre si abbattevano le barriere sociali e personali era contraddittorio; le classiche funzioni di divisione di un muro sono state negate nelle circostanze sociali della sua costruzione. Alla fine il muro divenne un monumento o modello materiale a conferma di quella tensione: abbattere le barriere mentre si costruivano monumenti per loro”.
L’opera è stata a partecipazione pubblica, coinvolgendo sia gli immigrati che i cittadini di Roma. La performance si è conclusa con la sua distruzione.