Wunderkammern è lieta di presentare Hogre. Antologica 2007/2022, l’attesa mostra personale dello street artist Hogre, conosciuto soprattutto per i suoi interventi provocatori e ironici nei confronti del mondo del marketing e della pubblicità.
Hogre. Antologica 2007/2022 nasce con un intento enciclopedico ma soprattutto dal proposito di evidenziare la ricerca estetica di Hogre, un artista visivo provocatorio e sempre pronto a nuove sfide, specializzato in interventi non autorizzati nello spazio pubblico, improntati all’ironia e alla sovversione. L’artista esordisce a Roma nel 2006 coprendo di insulti e nasi rossi i cartelloni elettorali di Berlusconi nel quartiere del Tufello. Con graffiti e stencil ha dipinto i muri di varie città d’Italia e d’Europa e nel 2011 ha inaugurato la sua prima mostra personale a Roma, alla quale seguiranno varie altre personali e collettive in Italia e all’estero.
La sua personale a Wunderkammern accoglie una grande varietà di lavori che coprono tutta la produzione di Hogre dal 2007 al 2022, anni in cui ha lavorato in numerose città italiane ed europee come Roma, Torino, Milano, Varsavia e Londra. In allestimento insieme agli strumenti del mestiere, tra cui gli stencil e la tavola di legno necessaria per realizzarli, troviamo le opere più conosciute dell’artista così come le più discusse. Ne è un esempio Alias bacio degli Acquedotti, riproduzione su tela di uno stencil che l’artista ha utilizzato nel 2020 su una tamponatura di una cisterna romana del II° secolo D.C. presso il Parco degli Acquedotti a Roma. Con la realizzazione di quest’opera Hogre ha compiuto, come ha commentato Claudio Gnessi, presidente dell’Ecomuseo Casilino, “un gesto autenticamente illegale, riaffermando la natura anti autoritaria, ribelle e illegale della cosiddetta Street Art”.
In mostra è esposto inoltre un dipinto a olio su tela dal titolo Ruinair (sovvertimento semiotico del marchio Ryanair), in cui la compagnia di viaggio promuove rotte turistiche verso la “Great Pacific Garbage Patch”, un’isola di plastica nell’oceano Pacifico di estensione superiore all’intero suolo francese. Di rilevante importanza vi sono anche tre lavori dal titolo Filter Bubble 1, 2 e 3,ispirati ai flussi di immagini dei social network che oggi dominano la nostra percezione visiva. La mostra documenta dunque la maggior parte delle tematiche e delle tecniche utilizzate da Hogre: stencil, ma anche pittura a olio, ad acrilico, pittura digitale, modellazione 3D e stampa serigrafica.
A corredare il percorso si aggiunge la presentazione di un libro d’artista realizzato grazie a Wunderkammern e Interno Notte. Duecento copie con copertine dipinte a mano, duecentoquaranta pagine in cui bozzetti a matita, grafiche e foto di interventi nello spazio pubblico si susseguono in un’impaginazione sperimentale. Una ricerca continua che l’artista spiega così: “Hogre è lo pseudonimo con il quale dal 2007 firmo interventi di vandalismo creativo e sabotaggio della comunicazione di massa. Il nome deriva da un mostro umanoide di un videogioco dei primi anni Duemila. Monstrum ha la stessa radice di monere in latino, ovvero mostrare, ma anche rivelare e ammonire. Nel 2007 Hogre è il mostro artificiale con il quale mi ammonisco, rovesciando e stravolgendo la mia condizione di liceale di periferia programmato per la rassegnazione. Le tematiche che affronto sono argomentate con l’unica prospettiva che riconosco all’arte, ovvero quella dell’anarco-individualismo; lungi dal proclamare l’abolizione di ogni regola come spesso erroneamente si crede, l’anarchismo è quella corrente filosofico-politica incentrata sulla critica radicale al potere a partire dall’autocoscienza e l’autodisciplina. Per questo motivo la ricerca stilistica e lo studio sono da sempre centrali nel mio percorso di artista autodidatta”.
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