2501 – Milano
a cura di Giuseppe Pizzuto
2501, (Jacopo Ceccarelli, Milano, 1981) è un artista italiano tra i più importanti della scena attuale dell’Urban Art. Le sue mostre, sia personali che collettive, sono state ospitate da musei d’eccellenza come il MACRO a Roma, La Triennale di Milano, il Museo Pecci di Prato, La Reggia di Caserta e la Fondazione Edward De Valle di Santo Domingo. Nel 2017 ha vinto una residenza alla Galleria Libertad Queretaro in Messico e ha esposto durante Miami Art Basel con un’installazione del progetto LA MACCHINA. Nel 2015 ha partecipato a “Urban Art Renaissance”, mostra collettiva presentata alla Fabbrica del Vapore di Milano e nel 2013 ha esposto alla 55esima edizione della Biennale di Venezia con un evento satellite ufficiale: Back 2 Back.
Jacopo Ceccarelli ha maturato il suo stile entrando in contatto con la scuola sudamericana di Street Art. Dopo quest’esperienza ha cambiato il suo nome in 2501 per indicare, con la sua data di nascita, la sua rinascita artistica. La sua produzione eclettica è caratterizzata da uno stile riconoscibile, formato da linee sinuose bianche e nere, accompagnate talvolta da cerchi dorati o argentati. Tuttavia per l’artista lo stile è solo uno strumento, ciò che conta davvero sono il concetto e la gestualità.
Dopo la personale Nomadic experiment, on the brink of disaster inaugurata nel 2015 alla galleria di Roma, Wunderkammern presenta nella sede di Milano una nuova personale di 2501: Milano. Il legame di 2501 con la sua città risulta rafforzato grazie alla stretta connessione che gli artisti di arte urbana creano con lo spazio pubblico. In questa mostra il legame si inverte: l’architettura della città si estranea dal ruolo di medium che solitamente ricopre, entrando invece a far parte dell’opera. La mappa di Milano è ovunque, talvolta riconoscibile e talvolta celata dalle monocromatiche linee tipiche dello stile di 2501. I suoi “graffi”, tracciati sulle serigrafie su carta o alluminio, rendono l’opera unica in quanto irripetibile.
2501 presenta, appositamente per la mostra presso Wunderkammern, opere su alluminio di medio e grande formato che, serigrafate su ambo i lati, permettono una duplice fruizione; opere su carta di grande formato; ceramiche che, unite, compongono la mappa della città ed una scultura composta da grezzi tubi urbani. Questa grande varietà di produzione sembra creare un’analogia con i quartieri della città di cui la mostra porta il nome.
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IED – Istituto Europeo di Design