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Lek e Sowat: la street art incontra l’archeologia

Che cosa succede quando due artisti appassionati di fotografia, street art e di archeologia si trovano a collaborare a Roma? Facile. Sfruttano la storia dell’arte e le ricchezze archeologiche che la capitale può offrire, in pieno stile urban art. Stiamo parlando dei due artisti francesi Lek e Sowat!

Lex e Sowat, Credits Maya Angelsen

Street Art: dalla Francia a Roma

Attivi come duo dal 2010, appartengono allo scenario underground dei writers e iniziano a lavorare avendo come interesse principale la tematica dell’Urbex o Exploration Urbaine. Questa disciplina nasce in Francia negli anni ‘ 80 e continua ad oggi ad affascinare numerosi fotografi da tutto il mondo. L’obiettivo, infatti, è l’esplorazione delle rovine della città moderna, con gli occhi di un archeologo alla ricerca dei resti di una città perduta. Questa ricerca avviene in luoghi abbandonati come case, edifici, fabbriche o posti inaccessibili alle persone come sotterranei o condotti di scarico.

Da questo interesse comune nasce nel 2012 a Parigi, all’interno di un centro commerciale abbandonato, il progetto clandestino Mausolée. Questo progetto di residenza artistica avvenne in collaborazione con numerosi writers e artisti, perlopiù francesi, occupando illegalmente lo spazio e invadendolo di scritte, disegni e opere d’arte. Questa collaborazione non solo li farà notare dal direttore del Palais de Tokyo, con il quale realizzeranno un progetto proprio nei sotterranei del museo di arte contemporanea, ma li vedrà vincitori nel 2016 della borsa all’Accademia di Francia di Villa Medici. È in questa esperienza a Roma che approfondiranno la loro ricerca dell’Urbex scavando tra le radici della città per riattraversarne tutta la sua storia.

Lek e Sowat a Villa Medici

A Villa Medici i due artisti si soffermano sul rapporto tra memoria storica e modernità seguendo come fil rouge la strada e partendo dalla loro formazione nel campo della street art: nel caso di Lek più astratto, mentre di Sowat più calligrafico. Insieme creano uno stile completamente unico che spazia dall’Urban art alla Land art, elaborato negli spazi suggestivi di Villa Medici.

Lek e Sowat attuano questa operazione sfruttando proprio frammenti di rovine moderne dell’antica Accademia di Francia, infatti, realizzano delle strutture metalliche, unite l’un l’altra in modo da creare delle sculture, create usando pezzi di un muro distrutto a Villa Medici. Partendo da queste rovine realizzano inoltre, una proiezione luminosa lungo tutta la facciata dell’edificio unendo una serie di opere in una mastodontica proiezione. I motivi tipografici ricordano il loro passato da writers, ma portato alla massima astrazione animando dunque l’architettura.

Lek e Sowat, Ingres Studio a Villa Medici (2016), Roma, Credits Nicolas Gzeley

Eterno: Lek e Sowat alla Galleria Wunderkammern

Passa solo un anno, che nel 2017 i due artisti francesi espongono alla galleria Wunderkammern le loro opere frutto degli studi e le ricerche avvenute in Italia. La galleria viene invasa di sculture metalliche ispirate a quelle esposte a Villa Medici e numerose tele frutto della loro ricerca tra arte astratta e calligrafica.

La mostra, intitolata Eterno”, rende omaggio alla capitale ricreando una città moderna fatta di frammenti e “rovine” moderne, assemblate negli spazi espositivi, dando l’impressione di un non-luogo tra antico e moderno.

Conoscevate Lek e Sowat? Continuate a seguirci per conoscere altri artisti che hanno esposto con la galleria!