Il 17 settembre ha aperto al pubblico la mostra d’arte “Shepard Fairey – 3 Decades of Dissent” alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Trenta opere grafiche inedite di Shepard – in arte Obey Giant – uno degli street artist più conosciuti al mondo, sono entrate in un museo italiano! La mostra è in programma fino al 22 novembre, tuttavia, a causa dell’emergenza sanitaria e della chiusura delle istituzioni culturali, non è più possibile accedere ai musei. Tantissimi amanti della street art e non solo l’hanno già visitata, ma per coloro che non ne hanno avuto l’opportunità abbiamo deciso di raccontarvela in questo articolo. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina e Zetema Progetto Cultura. È curata da Claudio Crescentini, Federica Pirani e Wunderkammern. Siamo lieti di aver contribuito a rendere possibile questa mostra, organizzata in pieno lockdown, in cui attraverso le sue opere, Shepard Fairey dialoga con i capolavori della Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Shepard Fairey, arte e azione: 3 Decades of Dissent
Partiamo dal titolo: “3 Decades of Dissent”. Trent’anni di carriera e trent’anni di dissenso. Sin dai suoi esordi nei primi anni Novanta Shepard Fairey si è confrontato faccia a faccia con il Sistema: la struttura sociale, economica e politica in cui siamo immersi e che ci sussurra subdolamente: “Obbedisci”(“Obey”). La sua arte affronta temi come la lotta per la pace, il consumismo e le disuguaglianze. La mostra li ripercorre dando spazio a questioni estremamente attuali che vanno dalla discriminazione razziale, con opere della serie Brown Power (Angela Nubian e Jesse Nubian), al cambiamento climatico, con Earth Crisis e A delicate balance. L’arte di Shepard Fairey ci coinvolge in quanto uomini e cittadini; denuncia e accresce la consapevolezza delle contraddizioni della nostra società e ci incoraggia ad alzare la voce per chiedere un mondo migliore. Obey Giant non ha mai voluto essere l’artista che ci rassicura, ma quello che ci scuote.
Icone in mostra: il poster di Obama di Shepard Fairey
Il percorso espositivo si apre con un’opera iconica, una copia di Hope firmata da Shepard Fairey. Il poster, che ritrae il volto stilizzato di Barack Obama, era diventato il simbolo delle elezioni presidenziali americane nel 2008. Lo stesso Obama dopo la vittoria ha ringraziato l’artista in una lettera poi pubblicata “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno”.
Come nasce Obey Giant – André the Giant Has a Posse
Ma quando nasce Obey Giant, artista apprezzato a livello internazionale e fondatore del celebre brand di street wear OBEY? Shepard Fairey fa il suo ingresso nella scena della street art nel 1989 con la campagna André the Giant Has a Posse. Dissemina le strade di Providence di sticker con il volto del wrestler André the Giant che diventa presto virale e inizia a comparire nella città di tutta l’America. Le opere in mostra O.G. RIPS e André Psychedelic rielaborano proprio il volto del wrestler, soggetto scelto un po’ per caso e un po’ per gioco, richiamando i primi interventi urbani dell’artista.
Interferenze: le opere di Shepard Fairey il dialogo con la collezione della Galleria d’Arte Moderna
“3 Decades of Dissent” è una mostra unica non solo perché ripercorre i trent’anni di carriera di Obey, ma per il particolarissimo rapporto che instaura fra la street art e la collezione del museo. Shepard Fairey insieme ai curatori ha scelto alcune opere della Galleria d’Arte Moderna da accostare ai propri lavori. Camminando nelle sale potete trovare interferenze come Il dubbio (1907-08)di Giacomo Balla e Defend Dignity, Susanna (1929)di Felice Casorati e Big Brother is watching you (2019). Lo stile grafico, immediato e audace dell’artista si trova così a dialogare con opere italiane del Novecento secondo richiami formali, risonanze e suggestioni.
Vorreste visitare la mostra? Se non siete riusciti a visitare la mostra, non preoccupatevi: 3 decades of dissent è online su Lieucity (https://beta.lieu.city/lieu_propone/eva-lorem-ipsumparla-di-basquiat/) e potete visitarla gratuitamente.
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