a cura di Giuseppe Ottavianelli
Testo critico di Achille Bonito Oliva
Thomas Canto (1979), è considerato uno dei più promettenti artisti francesi nel panorama dell’arte contemporanea. Ha esposto in importanti istituzioni come il Palais de Tokyo di Parigi (proiezione di un video, «All senses», 2012) e ha realizzato installazioni per la Nuit Blanche di Parigi (2014), l’Outdoor Urban Art Festival di Roma (2014), la Biennale di Arte Urbana di Volklingen, Germania (2015) e il Mohammed VI Modern and Contemporary Art Museum di Rabat, Marocco (2015). Recentemente ha realizzato un’installazione per la K11 Art Foundation di Hong Kong, che sarà esposta al Wuhan Art Museum, in Cina, nel 2016.
L’artista traspone direttamente nella propria produzione artistica la sua personale visione dell’ambiente, creando una proiezione astratta e molteplice di quell’intreccio disorganizzato relativo alle esperienze della vita. Dentro ai suoi paesaggi visionari, fortemente influenzati dall’architettura circostante, non è più concepibile un punto di vista fisso. Il decentramento dei punti di fuga nelle costruzioni complesse dell’artista è ciò che conferisce loro un dinamismo unico. Questi effetti visivi sono presenti sia nelle sue installazioni ambientali che nelle sue opere d’atelier, che conservano infatti lo stesso dinamismo e caratteristiche volumetriche. Thomas Canto è in grado di far convergere nelle sue opere molteplici influenze artistiche, tra le quali il Costruttivismo, il Suprematismo, l’Op Art e l’Arte Urbana.
“Still lifes of space time”, prima mostra personale di Thomas Canto in Italia, rispecchia la ricerca originale dell’artista, basata su una costante esplorazione dello spazio tridimensionale, dell’estetica pura e della pratica performativa. Combinando superfici dipinte e fili di nylon nelle sue opere e installazioni, l’artista ha creato un universo astratto e complesso, e ha dato origine a nuove geometrie attraverso ombre e variazioni di luce che hanno riempito lo spazio della galleria. Spazio e tempo sono nozioni fondamentali nelle opere di Thomas Canto; di fronte a queste ultime lo spettatore cessa di essere un semplice osservatore e viene invece immerso in un’esperienza coinvolgente che trasforma in modo attivo la percezione di queste dimensioni ed è costantemente spinto ad analizzare la realtà attraverso nuove prospettive.
Per la sua mostra a Wunderkammern, Thomas Canto ha creato un’installazione site-specific animata attraverso una proiezione di video mapping, grazie alla quale il pubblico ha potuto sperimentare in maniera diretta la sua arte all’interno dello spazio della galleria. L’artista ha esposto nuove opere in tecnica mista, realizzate con legno dipinto e tela, fili di nylon e scatole di plexiglas. È stata inoltre presentata un’edizione limitata di litografie, prodotte dallo storico studio Idem di Parigi, in collaborazione con Print Them All. Il testo critico della mostra è stato curato da Achille Bonito Oliva.